Tutte le inchieste sulla sanità in Umbria, hanno in realtà rivelato l’esistenza di un “sistema” privo di regole che agisce allo scopo di assicurare favori, clientelismo e corruzione e in grado di eludere i controlli e che rifiuta di farsi controllare, diffuso a tal punto da costringere la regione a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, al fine di ristabilire un minimo di legalità negli Ospedali, no non è uno scherzo! (trovate gli articoli).
Un copione già visto, e infatti salta fuori di tutto: falsi ricoveri, false analisi, falsi rimborsi, false liste d’attesa, falsi referti e potremmo continuare all’infinito. Tutti episodi che evidenziano la totale assenza dei controlli, ma anche il prevalere degli interessi privati nel servizio pubblico. Una storia che può essere fatta risalire al 2001 l’anno del federalismo, della riforma sanitaria, dei Lea Livelli Essenziali di Assistenza e dei primi processi di privatizzazione della sanità pubblica. Che hanno portato la regione Umbria a negare diritti elementari come il diritto alla salute. Una sanità non solo “selettiva” ed “esclusiva” ma del tutto “virtuale” e inesistente sul piano dell’Assistenza.
Niente assegno di cura, nessun rispetto dei Lea, niente centri di riferimento, niente informazioni e nemmeno un coordinamento dei servizi per cui Perugia non dialoga con Foligno o con Terni, o Orvieto.
Un modello che ora il governo con il Def pensa addirittura di estendere perché mancano i soldi e la sanità sembra essere diventata più un bancomat. Quindi niente lotta agli sprechi, niente spending review niente governo clinico, ma al contrario disimpegno, depotenziamento, e tagli alla sanità. Nell’incontro avvenuto a giugno 2012 con l’Assessore alla Sanità della regione Umbria erano state poste tre priorità, formazione dei comitati di controllo, applicazione dei Lea, governo clinico. Nel caso dei Lea la Asl 3 ora 2 e la regione Umbria avevano preannunciato una risposta in mancanza della quale rischiamo di perdere anche l’ennesimo treno per l’Europa visto che dal 25 ottobre 2013, l’assistenza sanitaria diventa esigibile in ogni paese della comunità europea e il ministero e le regioni sono ancora una volta in ritardo e inadempienti. Nella sanità ci sono troppi silenzi, troppi ritardi, troppi scandali troppa sfiducia, troppa disinformazione, troppo di tutto e questo non appare più tanto casuale ma è oramai evidentemente voluto da coloro che progettano di derubarci del diritto alla salute e della sanità pubblica. Una sanità virtuale priva di un governo, che la politica ha deciso di far morire di una morte lenta, più che un servizio per la salute, un sistema acefalo incapace di provvedere a se stesso, non più in grado di dialogare e di confrontarsi, se questo atteggiamento dovesse prevalere e verrà assunto come “normale” vorrà dire che la corruzione è diventata addirittura ambientale e allora non ci sarà altro da togliere niente altro da aggiungere, avremo già perso tutto.
Queste ci sembrano delle buone ragioni per rilanciare l’iniziativa “la salute al primo posto” con un documento pubblico, che invitiamo tutti a diffondere e sottoscrivere, un protocollo d’intesa in tre punti che intendiamo sottoporre alla presidente della regione Umbria Catiuscia Marini.
TESTO DEL DOCUMENTO, che chiunque può scaricare e far firmare.
SOTTOSCRIZIONE PUBBLICA fai copia e incolla: Aderisco all’iniziativa “la salute al primo posto”
quindi aggiungete nome e cognome.